Negli ultimi anni la richiesta di prodotti biologici ha registrato una forte crescita in tutto il mondo. In Italia, il mercato bio ha raggiunto il valore di 4,5 miliardi di euro, più del doppio rispetto a dieci anni fa. Se il bio è uscito dalla sua nicchia è perché i consumatori stanno dando priorità al tema della sicurezza alimentare e sono disposti a pagare di più per contribuire a un sistema sempre più sostenibile, etico e sano. Ma sappiamo veramente cosa significa bio? Facciamo chiarezza sul significato di questa dicitura e su come riconoscere gli alimenti biologici.
Cosa vuol dire “bio”?
Bio, abbreviazione di biologico, è un prefisso che viene anteposto a parole esistenti per ricavarne composti in uso in campo scientifico con il significato di “vita”, “essere vivente”. Impiegato in modo autonomo, il termine bio si riferisce a una modalità di coltivazione e di allevamento che ha un impatto positivo sull’ambiente.
Entrando più nel dettaglio, la produzione di prodotti bio esclude l’uso di pestidici di sintesi: per tenere sotto controllo parassiti e funghi vengono impiegati estratti vegetali e sali minerali (rame, zolfo) o ci si affida alla lotta biologica. Per quanto riguarda la concimazione, le produzioni biologiche sono ottenute sfruttando la naturale fertilità del suolo, tutt’al più con l’impiego di fertilizzanti naturali ricavati da organismi viventi, animali o vegetali (stallatico, panelli, pollina, cenere di legna, humus, sangue di bue, ecc.). Viene inoltre eseguita la rotazione delle colture, indispensabile per fare un uso efficiente del terreno e garantire alle piante i giusti nutrienti.
Altre caratteristiche dell’agricoltura biologica sono la coltivazione contemporanea di piante diverse sullo stesso terreno (consociazione), la scelta di varietà adatte al clima locale, la promozione della biodiversità delle specie domestiche e la messa a dimora di piante ornamentali (piantumazione) per ospitare i nemici naturali dei parassiti delle piante. Inoltre, questo tipo di agricoltura esclude l’uso di organismi geneticamente modificati (Ogm), nonostante l’Ue abbia recentemente aperto alla revisione delle norme.
Allevamenti biologici
Il mondo del bio non riguarda solo le piante, ma anche gli animali. Parte integrante del biologico è anche il rispetto del benessere dei capi allevati, sia in termini di salute che etologici. Negli allevamenti biologici, infatti, ci sono regole molto più rigide rispetto a quelle applicate nei sistemi zootecnici convenzionali.
All’interno di questo tipo di allevamenti, il bestiame può essere nutrito solo con alimenti biologici e deve avere accesso al pascolo su terreni coltivati secondo il metodo bio. Per garantire agli animali uno spazio sufficiente per muoversi, il numero di capi deve essere proporzionato alla terra disponibile. Inoltre, la selezione delle razze deve tenere in considerazione la variabilità genetica e la loro capacità di adattarsi alle condizioni locali. In più, è vietata la somministrazione agli animali di stimolatori della crescita, ormoni, farmaci ottenuti per sintesi chimica o antibiotici a effetto preventivo, di cui negli ultimi anni si è abusato all’interno degli allevamenti intensivi.
Quali sono gli alimenti biologici?
Da qualche anno è in atto un cambiamento nel modo di consumare degli italiani, che sono sempre più attenti a portare in tavola prodotti naturali e bio. La scelta è dettata principalmente da due motivi: salvaguardare l’ambiente e migliorare la qualità della propria alimentazione. Ma come si riconoscono gli alimenti biologici?
Cominciamo col dire che a stabilire i criteri e le regole relative alla produzione biologica è il regolamento dell’Unione Europea n. 834/2007. Della categoria fanno parte gli alimenti composti per il 95% da ingredienti realizzati secondo il metodo biologico, che si basa su precise regole di coltivazione e allevamento stabilite dall’Ue. In particolare, nella produzione di alimenti biologici di origine vegetale è vietato l’uso di OGM e di prodotti chimici di sintesi (concimi, pesticidi, anticrittogamici). Lo stesso dicasi per le carni, che devono provenire da animali nutriti con mangimi biologici.
Sono previsti controlli più severi anche per quanto riguarda l’iter di lavorazione: i produttori devono prendere delle misure precauzionali per evitare qualsiasi contaminazione con i prodotti convenzionali.
Come riconoscere un alimento biologico
Per distinguere un alimento biologico da uno convenzionale, bisogna innanzitutto verificare che sull’etichetta sia presente la dicitura “Prodotto da agricoltura biologica” e il logo comunitario, rappresentato da una foglia formata da 12 stelle bianche su uno sfondo verde. Inoltre l’etichetta deve riportare il codice identificativo rilasciato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.
In tema di etichettatura, è bene sottolineare che il fatto che un prodotto presenti il logo “No OGM” sull’etichetta non è di per sé garanzia che provenga da agricoltura biologica. Inoltre, per evitare di acquistare carni provenienti da allevamenti intensivi, ci si può orientare scegliendo prodotti indicati come biologici.
Per quanto riguarda le uova, sul guscio è presente un numero che fornisce informazioni sul tipo di allevamento: il codice che identifica l’allevamento biologico è lo 0. Occorre infine ricordare che anche tra gli alimenti biologici si possono trovare esempi di cibi poco salutari nonostante la scritta “bio”, che non è sempre sinonimo di maggior qualità sul piano nutrizionale.