Storica area di scambio tra Occidente e Oriente, il Mediterraneo è un importante punto di incontro di diverse culture. È proprio attraverso il Mare Nostrum che il pistacchio approda in Sicilia radicandosi a Bronte, cittadina etnea con più di tremila ettari di coltura specializzata. Pianta molto antica, proveniente dalla Persia e dalla Turchia, ha trovato nella località alle pendici dell’Etna l’habitat perfetto per una crescita rigogliosa e fiorente. Durante la loro dominazione nell’isola della fertilità (dall’VII al IX secolo), gli Arabi scoprirono tutte le potenzialità di questo seme pregiato. Dal 2009 il pistacchio di Bronte, o oro verde, ha ottenuto la Denominazione di Origine Protetta (DOP).
Pistacchio di Bronte: caratteristiche principali
Ingrediente indispensabile nelle gelaterie e nelle pasticcerie sicule, il pistacchio di Bronte deve le sue straordinarie caratteristiche al clima e alle qualità del territorio, concimato continuamente dalle ceneri vulcaniche dell’Etna. La raccolta viene effettuata ad anni alterni, tra agosto e settembre. Durante l’anno di riposo i produttori provvedono a eliminare le gemme allo scopo di proteggere la pianta.
Il tipico colore verde brillante del frutto, ricoperto da una pellicola rosso rubino, è conferito dall’elevato contenuto di clorofilla, poco presente nelle altre varietà di pistacchio. Il sapore è dolce, aromatico, delicato, motivo per cui il prodotto va consumato rigorosamente fresco, senza tostatura o salatura, due tipologie di lavorazione che ne altererebbero il gusto. Vuoi riconoscere l’originale e pregiato pistacchio di Bronte? Presta attenzione al suo aspetto e al colore.
Benefici e proprietà del pistacchio di Bronte
L’oro verde è un’importante fonte di reddito per i brontesi: rappresenta di fatto oltre il 90% della produzione italiana e il 2% di quella estera. Oltre all’elevato valore commerciale, viene impiegato in diverse preparazioni come gelati, condimenti per la pasta (il famoso pesto al pistacchio) e golose creme spalmabili. Hai mai provato il cioccolato al pistacchio? Si tratta di una dolcissima tavoletta realizzata con il 10% di pasta pura ed è una valida alternativa al classico blocco al latte, fondente o bianco.
Il pistacchio di Bronte non è solo buono, ma assicura diversi benefici all’organismo. Toccasana per il sistema cardiovascolare, è un ottimo alleato contro il diabete di tipo 2. La composizione zuccherina e lipidica dell’oro verde non costituisce in alcun modo una minaccia per il girovita, inoltre, contribuisce a mantenere sotto controllo la glicemia e a potenziare le difese immunitarie.
Consumare il pregiato pistacchio di Bronte non comporta rischi per arterie e vene. È privo di colesterolo e 30 grammi di oro verde contengono appena 13 grammi di grassi. Ricco di fibre, favorisce la regolarità intestinale e il corretto benessere dell’organismo. Inoltre è fonte di proteine, potassio, vitamine A ed E.
L’oro verde al naturale, senza salatura o tostatura, è un ottimo rimedio per prevenire le infiammazioni e lo stress ossidativo (responsabile dell’invecchiamento cellulare). Ciò significa che, in quantità moderate, il pistacchio di Bronte rallenterà la comparsa di rughe e primi segni dell’invecchiamento, grazie alle interessanti quantità di antiossidanti quali luteina, tocoferoli e beta-carotene.
L’Organizazione Mondiale della Sanità (OMS) suggerisce di consumare 30 grammi di pistacchio di Bronte al giorno, corrispondenti più o meno a 49 semi. Rispetto alla restante frutta secca (arachidi, anacardi, mandorle, nocciole, noci, noci del Brasile, noci pecan e pinoli) è molto meno calorico e più digeribile. Ottimo per prevenire il gonfiore addominale, apporta appena 170 Kcal per 30 grammi.
Come utilizzare il pistacchio di Bronte
Il pistacchio di Bronte, come già accennato, trova largo impiego in pasticceria (paste, torroni, mousse, confetti) e gelateria. Tuttavia, puoi utilizzare la granella per arricchire di sapore un primo piatto (ad esempio la pasta con panna e prosciutto cotto a dadini o fiammiferi di pancetta) nonché per realizzare dei secondi sfiziosi e coreografici come gli involtini di carne al pistacchio oppure i filetti in crosta di pistacchio.
L’oro verde si presta anche per aromatizzare bevande ed alcolici. Da provare, a tal proposito il latte e la crema di liquore al pistacchio. L’industria delle carni insaccate utilizza i semi per la preparazione di alcuni salumi, primo fra tutti la mortadella.
Inoltre, è l’ingrediente base di un dolce locale: la Filletta. La ricetta di questa antichissima preparazione, straordinariamente semplice ma deliziosa, viene tramandata di generazione in generazione. Realizzato solo con uova, zucchero, farina e pistacchi, il dolce ha una tipica forma rotonda. Il segreto della sua bontà risiede nella cottura attenta: il minimo errore o distrazione potrebbe compromettere il risultato finale. La consistenza? Soffice e spumosa mentre il colore deve risultare caldo e uniforme.
Curiosità sul pistacchio di Bronte
L’ultima domenica di settembre e la prima di ottobre, in alcune piazze del centro storico del paese etneo si celebra ogni anno la sagra del pistacchio di Bronte. Nel corso dell’evento è possibile richiedere la degustazione di un’ampia varietà di prodotti ottenuti dalla lavorazione dei frutti. La sagra, periodicamente, richiama molti turisti provenienti da ogni parte dell’Italia e del mondo.
A Bronte, la piantina del pistacchio prende il nome di scornabeccu, mentre il frutto viene chiamato in dialetto Frastuca.
Infine, in fase di coltivazione, i produttori sistemano una pianta maschio ogni otto femmine in modo da facilitare il trasporto del polline al pistillo femminile.