Stretching dopo lavoro

Lo stretching dopo lavoro risulta un’ottima opportunità per rilassare sia i muscoli sia le articolazioni, soprattutto in seguito a giornate particolarmente stressanti. Un’agenda piena di impegni, ritmi piuttosto concitati, lavori usuranti dal punto di vista fisico e mentale, a lungo andare, finiscono inevitabilmente per incidere negativamente sulla routine e sulla qualità della vita.

Lo stretching dopo lavoro, in tal senso, può portare importanti benefici e può aiutare a prenderti cura del tuo fisico. Come eseguire lo stretching dopo lavoro nella maniera migliore possibile? Prima di rispondere a questo quesito, è bene evidenziare che vi sono due tipologie differenti di stretching.

Stretching statico vs stretching dinamico: le differenze

Prima di tutto, è opportuno sapere che “stretching” è un termine anglosassone, traducibile come “allungamento”. Racchiude svariati esercizi che hanno come scopo primario quello di apportare seri miglioramenti alla flessibilità muscolare.

Nel corso di una seduta di stretching, non a caso, vi sono sempre dei muscoli che si trovano nella condizione dove si registra appunto un allungamento delle fibre rispetto allo standard.

Lo stretching ha lo scopo di assicurare una spinta praticamente istantanea all’afflusso di sangue al cervello e ai muscoli, andando ad alleviare la rigidità muscolare, particolarmente frequente a fronte di picchi eccessivi di stress a livello lavorativo. Nello specifico, si tratta di un gesto del tutto naturale che il tuo corpo tende ad effettuare anche nel momento in cui sei fermo per un determinato arco di tempo.

Vi sono pertanto due tipologie di stretching. Da un lato, vi è lo stretching statico, noto anche come passivo. Si contraddistingue per la semplicità con cui lo puoi praticare, visto che è sufficiente mantenere per pochi istanti una posizione, volta a provocare l’allungamento di un determinato muscolo.

Più complesso da praticare, invece, è di sicuro lo stretching dinamico: in questo caso, il muscolo è sottoposto a tutta una serie di allungamenti in movimento, di slanci e di affondi che hanno come scopo basilare quello di aumentare l’elasticità delle tue fasce muscolari.

Un segreto per praticare al meglio lo stretching dopo lavoro

Affinché tu possa svolgere al meglio lo stretching dopo lavoro, tieni conto che i tuoi muscoli devono essere ancora caldi. Solo così la tua sessione si rivelerà efficace e non correrai rischi di andare incontro a fastidi o, peggio ancora, a danni collaterali. Perciò, quando hai finito i lavorare, la prima cosa da fare è iniziare un riscaldamento che consenta sia alla muscolatura sia alle articolazioni di ottimizzare il lavoro di estensione che andrai a svolgere. Solo in questo modo, la sessione di stretching verrà effettuata in maniera ottimale.

L’importanza della respirazione nello stretching post lavoro

Per svolgere correttamente la pratica dello stretching, soprattutto se i ritmi lavorativi si dimostrano particolarmente intensi, è di vitale importanza che tu dia la giusta importanza alla respirazione. Quest’ultima, infatti, deve essere assolutamente naturale. Rimanere in apnea, comporta inevitabilmente un irrigidimento della muscolatura e ostruisce il ricambio di ossigeno. Insomma, l’esatto opposto dei principi basilari dello stretching.

Cerca di alternare la respirazione polmonare a quella diaframmatica: questo vuol dire, in sostanza, inspirare per un lasso di tempo attorno ai 3 secondi e proseguire con un’espirazione un po’ più lunga, attorno ai 5 secondi.

Alcune norme comportamentali da seguire

La prima regola da seguire sullo stretching è quella che ogni sessione deve essere leggera, a maggior ragione se si è avuta una giornata lavorativa particolarmente impegnativa. Questo vuol dire in sintesi che non devi stirare troppo i tuoi muscoli, perché andresti con ogni probabilità a complicare le cose in fase di recupero.

Per quanto riguarda la posizione in allungamento, cerca di mantenerla per un minimo di 30 secondi e di non andare oltre la soglia massima di 60 secondi. In questo modo, l’allungamento dei tessuti avverrà all’insegna della più assoluta sicurezza. Conta perciò fino a 30 o giù di lì. Ecco come monitorare i tempi di posa.

Tra le norme comportamentali che dovresti tenere ben a mente vi è quella di fermarti prima di arrivare alla soglia di tensione dei muscoli: lo stretching dopo lavoro deve essere inteso come un’attività che trasmette relax e piacevolezza. Non è affatto vero che devi sentire i muscoli tirati, come invece si crede erroneamente nell’immaginario collettivo.

E non è ancora tutto, visto che i movimenti bruschi vanno tassativamente evitati: solo allungando i muscoli nella maniera più fluida possibile, non rischierai dolori e piccole lacerazioni. Qualora il problema dovesse porsi, tieni conto che necessiterai dei giusti tempi di guarigione e, soprattutto, che il recupero dell’area del muscolo interessato alla lesione, necessita dei suoi tempi.

Infine, come per ogni aspetto della vita, anche nello stretching dopo lavoro, essere costanti è una dote che paga. La muscolatura e le articolazioni, sin dalle prime settimane, tendono ad abituarsi a questa pratica che diventa ancora più piacevole nel caso di lavori usuranti e di attività sportive.

I vantaggi dello stretching dopo lavoro

Vi sono numerose ricerche che dimostrano come effettuare sessioni di stretching post lavoro apporta importanti benefici, soprattutto in termini di flessibilità dell’allungamento muscolare.

Se le tue giornate lavorative ti sembrano particolarmente stressanti, la soluzione al tuo problema risiede in una sessione di stretching di durata tra gli 8 e i 10 minuti. L’importante è svolgerla con regolarità, anche nell’ottica di evitare l’insorgere di eventuali strappi muscolari.

Tra gli innumerevoli vantaggi dello stretching post lavoro, è bene che tu ti focalizzi, in primo luogo, sul miglioramento della postura. I muscoli dorsali ne traggono giovamento e si riducono i rischi di mal di schiena che, con il passare del tempo, iniziano a palesarsi in maniera stabile.

Anche il recupero appare molto più veloce, perché i segnali dell’indolenzimento muscolare, dovuti alla fatica, vengono smaltiti in genere già il giorno dopo.

A migliorare è poi l’incremento dell’afflusso di sangue ai muscoli che comporta la rimozione di tossine e di scorie dall’organismo. Stesso discorso per quanto riguarda la coordinazione e l’equilibrio: c’è maggiore stabilità e, nel caso delle persone anziane, diminuiscono i rischi di cadute.

In conclusione, fare stretching dopo lavoro, conviene. Provare per credere!

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